Rischio buono VS Rischio cattivo
Rischio buono VS Rischio cattivo
Il rischio in finanza può essere di diverse tipologie.
Ma c’è un rischio che è assolutamente da evitare, perché è terribilmente cattivo. La buona notizia però è che il rischio cattivo ha un nemico naturale che può essere tuo alleato: Il rischio buono.
Quali sono? E come li riconosci??
Il rischio cattivo è facile da individuare e da evitare, si nasconde in tutti quegli investimenti in un singolo titolo, di un solo emittente specifico, ovvero di una sola banca, azienda, stato. Anche se famoso! e ripeto anche se famoso è esposto al rischio default.
La tentazione di comprare il titolo di una società singola, magari per via della moda del momento, vedi caso Gamestop, può essere fortissima, se poi la quotazione sale la tentazione potrebbe ulteriormente lievitare. Ma credimi non ne vale la pena. Il rischio è troppo alto!
Alcuni esempi?
- Parmalat
- Argentina
- Lehman Brothers
E potrei citarne altri.
Questo rischio (cattivo) è il rischio specifico che quel singolo stato, azienda, banca possa fallire facendo volatilizzare il tuo denaro. Come ti dicevo non vale MAI la pena assumerlo perché non esiste rendimento così elevato da poter compensarlo.
La buona notizia?
Esiste un rischio buono, quello legato ad investimenti altamente diversificati per: area geografica, settori, tipologia di titoli (azioni e obbligazioni), tipologia di valuta, nei quali il denaro investito viene suddiviso in centinaia o migliaia di titoli differenti.
Questo è il rischio buono, perché non è presente la possibilità di perdita totale del capitale, e quindi la distruzione del risparmio accumulato. Ed è buono anche perché se pianificato bene e nel tempo corretto porterà sicuramente un risultato positivo e ti aiuterà a raggiungere i tuoi obiettivi.
Durante l’investimento i prezzi potrebbero variare (i mercati funzionano così) aumentare o diminuire, e quindi oscillare. Ma come già detto sono proprio queste oscillazioni ha permetterti di ottenere dei rendimenti.
Non esiste infatti rendimento senza volatilità.
In conclusione il rischio cattivo (specifico) va evitato a tutti i costi.
Il rischio buono è la normale volatilità dei mercati nel loro complesso, non si può e (sopratutto) non si deve evitare, ma gestire con intelligenza, diversificazione, pianificazione temporale.
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Andrea Simbula il Coach Finanziario